Mi sembra doveroso proporvi una possibile ipotesi della soluzione che porterebbe ad avere un cambio cosi’ detto a zero-shift ( dalla societa’ inglese che lo ha inventato nel 2007 ) cioè a tempo di cambiata eguale a zero. Infatti si tratta proprio di questo: un sistema di innesti che fa si che una volta partiti non sia più necessario lasciare passare un certo tempo per passare da una marcia all’altra.
Il tutto si ottiene con un sistema di collegamento fra i vari ingranaggi del cambio che consente un passaggio continuo da una marcia all’altra senza intervalli così come invece esistono nei cambi “tradizionali” che hanno un passaggio di “folle” fra una marcia e l’altra.
Vediamo come funziona, ma per prima cosa come è fatto l’innesto fra gli ingranaggi :
Per meglio capire il funzionamento gli innesti (anelli) sono stati colorati in rosso e bleu, secondo la loro posizione avremo inserite la 1,2 ,3,4,5 e 6.
Per ingranare le marce ecco la sequenza passo a passo come si passa dalla prima alla seconda la stessa logica si applica a tutte le sei marce disponibilli.
Ogni coppia di anelli ( rossa e bleu ) ha una coppia di innesti con da una parte ha un angolo acuto (tipo un dente) per acchiappare l’ingranaggio, dall’ altra parte ha un angolo smussato per disinserirsi senza creare sobbalzi al sistema di ingranaggi.
In questa immagine l’anello bleu ha inserito il dente nell’innnesto dell’ingranaggio per la prima marcia.
Il secondo anello rosso si sposta ed ingrana con il suo “dente” l’ingranaggio siamo in prima marcia a tutti gli effetti , l’anello rosso evita che si avverta un fenomeno di rimbalzo sull’ingranaggio (gioco nullo) della prima marcia in quanto l’ingranaggio viene bloccato da tutte e due le parti.
Per passare in seconda si sposta l’anello rosso che va ad ingranare la seconda marcia, siccome l’ingranaggio della seconda gira più velocemente di quello della prima marcia, prende lui il controllo rispetto all’ingranaggio della prima che si sgancia automaticamente . Vedere l’immagine qui sotto.
La cambiata e’ fatta nel momento che l’anello rosso si innesta mentre l’anello bleu con il suo innesto si sgancia dalla prima marcia e si sposta sulla seconda così come era avvenuto precedentemente con l’anello rosso andando a bloccare l’ingranaggio della seconda escludendogli qualsiasi rimbalzo (gioco nullo).
Sembra complesso da costruire di fatto non lo è. La complessità sta negli attuatori e nel software di gestione.
A tutti gli effetti è un cambio automatico che da la sensazione di avere una sola marcia da 0 a 320 km/h, ma lasciando al pilota la scelta del momento di cambiare senza usare la frizione che è sempre in presa cosi’ come è sempre disponibile la coppia di trazione senza interruzioni.
Da un cambio tradizionale va tolto il sistema di sincronizzazione e sostituito con gli anelli dello zeroshift e va anche cambiato il sistema di comando del medesimo cambio.
Detto in altre paroleç il concetto di zeroshift è un cambio con dei sincronizzatori, come esisotno nel nostro cambio tradizionale dell’ auto che guidiamo tutti i giorni, in cui il ruolo del sincronizzatore si è esteso a fare anche il cambio di marcia, sfruttando lo spostamento dei due anelli, in cui quello che è ingaggiato nella marci a più bassa aiuta l’ anello di blocco, a spostarsi automaticamente verso la marcia più alta.
( le immagini sono ricavate da un documento illustrativo della Zeroshift inglese che fa i cambi per la F1 )
@aseb
questo sistema sembra avere solo effetti positivi a quanto pare, eventuali effetti negativi?
Me lo chiedo perchè, partendo dal presupposto che Honda l’abbia applicato alla RC212V, non riesco proprio a spiegarmi come non ci siano arrivate Yamaha soprattutto, ma anche Ducati. Queste case spendono milioni di euro nella ricerca e nello sviluppo, vuoi che non investano nella ricerca di qualcosa che fà guadagnare così tanti secondi? Soprattutto se già il sistema è testato in F1, ciò vuol dire che è conosciuto.
L’hanno testato anche loro ma sulle loro moto non dà i vantaggi sperati ed allore non lo adottano?
@Simona, gli effetti positivi sono anche nel cosumo che dovrebbe essere ridotto di un pchino non molto ma a quei livelli anche un 1% diventa significativo. Sicuramente c”e un fatto popsitivo anche nella spinta continua della coppia motirce che scompensa meno le geometrie della moto, va be con il sensore elettronico sul cambio che hanno tutti oggi quetso effetto viene gia’ ridotto di molto.
Il sistema che in F1 viene chiamato cambio seemless, lo stanno usando tutti da quest’anno, la Ferrari lo mplemento’ se non mi sbaglio nel 2010.
Perche’ ci e’ arrivata la HRC prima delle altre ? Bisognerabbe chiederlo a Ducati e Yamaha. Resta il fatto che anche se di non difficile progettazione e costruzione, diventa molto complicato di messa a punto a quel numero di giri che fanno le 800GP, una cosa e farlo per 6-7000 giri di un auto di serie, un’ altra per +18.000 giri di una F1 o motoGP, sopratutto sulla parte di attuazione, cioe’ il sistema che sposta gli anelli ( quelli rosso e bleu ) lo avranno meccanico penso di no, idraulico forse , elettro servito probabile. Poi come scrivevo ci va anche il software di gestione e non e’ detto che la ECU che usano Yamaha, Ducati (Magneti Marelli) e Suzuki (Mitsubishi) abbia le funzionalita’ li’ belle e pronte per un cambio di questo tipo, quindi va anche sviluppata la parte elettronica che come scrivevo la Honda si fa in casa. Se ci basiamo su quanto dichiarato dalla HRC ci hanno messo un paio di anni a svilupparlo e provarlo, diciamo che hanno cominciato a fine 2008, ma all’epoca la HRC non impensieriva tanto la Ducati e la Yamaha che si stavano giocando il titolo fra di loro. Oggi magari a giochi fatti si mordono le mani ma “dopo” e’ sempre facile dire perche’ non l’ho pianificato ? Perche’ non ho messo altre priorita’ ?
Detto quetso c’e’ anche il fatto che tutti quetsi costruttori decidono le modifiche su base di simulazioni di software, vi scrivero’ un articolo in proposito, magari se il software di simulaizone non da’ le garanzie cercate di prestazioni il progetto viene accantonato per altre “cose” valutate piu’ importanti e redditizzie in ottica competizione 800GP.
Ultimo argomento a favore HRC e come la Ferrari, si fanno tutto in casa mentre non e’ cosi’ per Ducati e Yamaha che sotto contrattano ditte altamente specializzate per certe parti meccaniche.
@aseb
grazie ora mi è tutto più chiaro, io pensavo che questo sistema in F1 fosse già usato da tempo, invece leggo che è in uso solo da quest’anno.
ma secondo me il vantaggio di honda non e tutto li
Honda penso che abbia cominciato a sperimentare dalla meta’ 2010 quando si e’ ben visto che vantaggio prendeva Dani su tutti.
Se hanno veramente un sistema tipo zeroshift, comnsuma anche meno, quindi poossono avere piu’ potenza in accelerazione visto che i consumi sono critici per tutti …. il risulato visivo e’ che la HRC va piu’ forte.
quindi il sistema zeroshift sarebbe regolarissimo giusto
Si e’ una sostituzione geniale del sistema odierno di innesto degli ingranaggi a denti dritti … l’unica eccezzione che potrebbero sollevare in FIM e’ che hanno un cambio automatico, ma non c’e’ scritto da nessuna parte del regolamento che e’ vietato avere un cambio automatico, anche perhce’ , a parte questa soluzione i cambi automatici, fino ad oggi, erano piu’ lenti dei cambi manuali e facevano consumare leggermente piu’ benzina,
Secondo me si dovrebbe sentire ad orecchio quando cambiano cioe’ si sentirebbe un tono diverso allo scarico ogni volta che entra una nuova marcia e non si sentirebbe piu’ la piccolissima esitazione di suono di prima.
Mi tocca aspettare Assen per sentirlo , ma probabilmete all’epoca (fine Giugno) ne avranno gia’ parlato e sviscerato la cosa tutti.
Ammazza,è cosi semplice all’apparenza questo sistema e allo stesso tempo cosi innovativo.La Honda è stata scaltra stavolta,complimenti a loro.Sembra che dia enormi vantaggi, e se a gente come Pedrosa e Stoner ci aggiungi pure sti decimi guadagnati prendono il volo 😀
La Honda sta sfoderando il meglio della sua tecnologia….era ora!!
Grazie Aseb che ci lasci queste perle!!!
Giornalistiiiiii!?!?!?! Ma voi???