Dice che non perde molto tempo a guardare record e statistiche, ma ogni volta che l’impresa è nell’aria lui fa di tutto per renderla realtà. Uno spirito mai sazio e perennemente concentrato, così simile a quel Schumacher degli anni d’oro. Così ad Austin Sebastian Vettel segna un’altro record nella storia della F1 firmando l’ottava vittoria consecutiva e superando sia il suo maestro Michael che l’indimenticato Alberto Ascari (entrambi a quota 7). Un’altro vanto per il quattro volte campione del mondo, in grado di dominare tutta la gara già dalla partenza, controllando con maturità usura pneumatici e diretti avversari. Il più pericolo di tutti è stato sicuramente Romain Grosjean, bravissimo nel mettere la sua Lotus in mezzo alle due fortissime RB9 resistendo ai continui attacchi di Mark Webber. L’australiano paga una partenza non buona, perdendo prezioso terreno nelle prime fasi di gara e faticando più del previsto a raggiungere la monoposto nero-oro, chiudendo alla fine in terza posizione staccato di otto secondi dal capo-squadra. Giù dal podio Lewis Hamilton, quarto e bravissimo nel gestire i pneumatici con una Mercedes non al massimo (come dimostra la nona piazza del compagno Nico Rosberg). Discorso del tutto simile per la Ferrari, ancora in lotta con le frecce d’argento per il secondo posto nei costruttori grazie ad un Fernando Alonso sofferente per quanto riguarda il fisico (i postumi di Abu Dhabi continuano a dare problemi) ma vero combattente per tutti i 56 giri di gara.
Settimo alla prima curva, lo spagnolo ha dato prova di grande intelligenza e visione tattica stampando giri veloci solo quando era il momento giusto, massimizzando il pacchetto tecnico di una Ferrari ben lontana dalle posizioni di vertice. In questo modo è riuscito a sopravanzare prima Perez e poi Hulkenberg, tentando anche un difficile assalto a Hamilton nell’ultima parte di corsa. Solo il calo delle gomme sulla rossa gli ha interrotto la rimonta, salvando comunque l’onore del cavallino rampante in una giornata ove Felipe Massa non va oltre il 13esimo posto. Accomunati dalla disperata ricerca di un volante per il 2014, Hulkenberg e Perez sono rispettivamente sesto e settimo conquistando preziosi punti. Chiude la Top-Ten Jenson Button, nelle ultime gare sempre preceduto dal (ancora per poco) vicino di box messicano causa qualifiche infelici e contatti al via che rovinano l’equilibrio aerodinamico della sua McLaren. Soffre più del previsto Heikki Kovalainen solo 15esimo causa l’impossibilità di seguire la tattica vincente ad una sola sosta, evitando incidenti ma non riuscendo a portare davvero al limite la sua E21. Ad Enstone sembrano comunque portati a confermare il finlandese anche per l’ultima gara in calendario prevista già nel prossimo fine settimana, anche se l’ipotesi Valsecchi senza un comunicato ufficiale non è del tutto sfumata. Unico ritirato Adrian Sutil, finito a muro dopo un contatto già al primo giro che ha costretto l’intervento della Safety Car. A seguire la classifica finale del Gp in terra americana.
1. Sebastian Vettel – Red Bull-Renault – 56 giri
2. Romain Grosjean – Lotus-Renault – +6″2
3. Mark Webber – Red Bull-Renault – +8″3
4. Lewis Hamilton – McLaren-Mercedes – +27″3
5. Fernando Alonso – Ferrari – +29″5
6. Nico Hulkenberg – Sauber-Ferrari – +30″4
7. Sergio Perez – McLaren-Mercedes – +46″6
8. Valtteri Bottas – Williams-Renault – +54″5
9. Nico Rosberg – Mercedes – +59″1
10. Jenson Button – McLaren-Mercedes – +1’17″2
11. Daniel Ricciardo – Toro Rosso-Ferrari – +1’21″0
12. Jean-Eric Vergne – Toro Rosso-Ferrari – +1’24″5
13. Felipe Massa – Ferrari – +1’26″9
14. Esteban Gutierrez – Sauber-Ferrari – +1’31″7
15. Heikki Kovalainen – Lotus-Renault – +1’35″0
16. Paul di Resta – Force India-Mercedes – +1’36″8
17. Pastor Maldonado – Williams-Renault – +1 giro
18. Jules Bianchi – Marussia-Cosworth – +1 giro
19. Giedo van der Garde – Caterham-Renault – +1 giro
20. Charles Pic – Marussia-Cosworth – +1 giro
21. Max Chilton – Marussia-Cosworth – +1 giro
Riccardo Cangini