Il susseguirsi dei fatti ha voluto che questa gara in Brasile rappresenti uno degli appuntamenti più importanti per Webber e Massa. Il primo è alla sua ultima gara nella massima formula, mentre il secondo sta per dire addio ad una squadra di primissima fascia come quella della Ferrari (con tanto di casco celebrativo). Due diverse situazioni accomunate però dal fatto che da lunedì molto, se non tutto cambierà nella vita professione di questo due atleti. Un vero e proprio giro di boa dell’intera carriera, con i suoi relativi pericoli ma anche occasioni. Forse tra i due quello più costretto dagli eventi è stato Felipe, bravo comunque nel riuscire a firmare per la Williams in una categoria ove la lotta per i sedili ancora disponibili non è mai stata così serrata. Certo, gli uomini di Grove stanno passando un pessimo periodo e il rischio di ritrovarsi ad occupare stabilmente le ultime piazze c’è, ma non per questo non si può puntare ad una ricrescita sia da parte del team che del pilota, ritrovando quella serenità e fiducia in se stessi persi nelle ultime stagioni in rosso. Già riuscire in questo equivarrebbe ad una vittoria per il brasiliano.
L’australiano Mark invece darà un taglio ancora più netto con il passato, passando al Mondiale Endurance come pilota ufficiale Porsche. E il diretto interessato non vede l’ora “..che sia domenica. Voglio fare un buon risultato, ma guardo avanti, alle nuove sfide. Penso che sia giusto lasciare mentre sono al top” Frase detta dopo un attento ragionamento “Ci sono diverse cose da valutare per ogni pilota: da dove arriva, cosa ha fatto, ma soprattutto quanto è rimasto in Formula 1. Quindi non saprei darmi un voto, ma sicuramente 9 è un po’ troppo: sono molto severo con me stesso! Ma sono stato fortunato e sono contento di quello che ho fatto. Non avrei mai pensato di stappare oltre 40 volte lo champagne sul podio“. A suo dire quindi Webber lascia il circus più chiacchierato dell’autosport con il sorriso, felice nell’averlo fatto di sua spontanea volontà e con largo anticipo, lasciando libero un volante di alto livello come quello Red Bull a campionato praticamente appena iniziato. Il WEC dall’altro canto non vede l’ora di avere tra le sue file un pilota del suo calibro e fama, così da confermarsi ancora una volta come uno dei più importanti campionati targati FIA. Volenti e nolenti, “The time has come”.
Riccardo Cangini