Valentino Rossi: il Senatore rivuole il suo Impero

valentino rossi

E’ il pilota che scalda gli animi, divide le opinioni, ma zitto zitto è ancora in pista a combattere contro dei ragazzini dopo 21 anni nel Mondiale. Valentino Rossi è un’icona del motociclismo, idolatrato e criticato ma noi, i nostri lettori lo sanno bene, badiamo al sodo.

I numeri non mentono: 9 mondiali, 114 vittorie in carriera, un totale di 221 podi, ha guidato moto di sette classi diverse (125, 250, 500, MotoGP 1000 della prima era, MotoGP 800, MotoGP 1000 seconda generazione, SBK alla 8 Ore).

Rossi nella sua carriera ha sfidato tre generazioni di piloti, basti pensare che il suo ultimo compagno di squadra e sfidante, Maverick Vinales, è della classe 1995 mentre Valentino è del 1979.

Com’è ovvio che sia, il pesarese è simpatico a tanti ma indigesto a molti, ma ci sta. Un pilota che domina per anni una categoria facendo anche un pochino il verso ai suoi avversari inevitabilmente crea fazioni di persone pro o contro il proprio beniamino.

Storica la rivalità con Biaggi sul quale non ha però fatto mancare attestati di stima (solo dopo che Max è passato in SBK), poi con Gibernau, Lorenzo, Stoner e per ultimo Marquez.

Dal punto di vista mediatico Rossi ha sempre avuto un peso maggiore, in particolare in Italia, dove è sempre stato coccolato e difeso a spada tratta anche quando forse sarebbe stato giusto dire le cose come stavano senza difese d’ufficio.

Valentino Rossi è un animale da gara e proprio in gara a volte gli è scappata la mano con sorpassi aggressivi, a volte scorretti, sui quali si è preferito sorvolare per motivi non di carattere sportivo, o sui quali addirittura si è arrivato a provare ad addossare le colpe alla vittima del sorpasso.

Ecco, forse proprio queste cose, hanno reso indigesto Rossi a molti. Perché non hanno voluto solo regalare alla gente un beniamino, ma  un supererore: per un periodo sembrava che il numero 46 fosse un intoccabile a prescindere da quanto accadeva in pista e fuori.

Poi è arrivata la sberla del 2011, quel passaggio in Ducati che dev’essere stata una sofferenza per il pilota di Tavullia. Passaggio fatto con superficialità, sottovalutando gli avversari, credendo di poter sistemare tutto solo col talento. Forse lo stesso Rossi ha creduto di essere invincibile.

Invece è accaduto l’impensabile: una caduta degli Dei, gare passate a inseguire non la vittoria, ma un quinto posto. Un continuo di cadute e disastri fino al mesto ritorno in Yamaha dall’odiato compagno di squadra Jorge Lorenzo.

Nel ritorno in Yamaha ecco che il talento rifiorisce, con la maturità e la voglia di progredire. Si può dire di tutto di Valentino Rossi, ma niente mi toglie dalla testa che questo pilota abbia una passione enorme e metta in quello che fa tutto il cuore.

E’ tornato in Yamaha nel 2013 a 34 anni, età in cui molti suoi predecessori erano già col pensiero alla pensione, e si è messo a lavorare sul suo stile di guida, ha cambiato il metodo di allenamento, si è buttato nella conoscenza tecnica cambiando anche le persone vicino a lui.

E la cosa ha pagato perché nelle ultime tre stagioni è stato vicecampione del mondo, ma per uno come lui questo non può essere abbastanza. Lui vuole la cifra tonda, il decimo titolo, quello che forse ora è la sua ossessione più grande.

Lo ha sfiorato per due volte, anche con finali degni di puntate di Law & Order come nel 2015 nel quale forse ha provato a rimettere in gioco “il peso” mediatico della sua persona, ma non è servito a nulla.

La Pista ha detto quello che doveva, e Rossi è ancora all’inseguimento del decimo titolo. Il Senatore della MotoGP vuole la sedia più alta, quella che spetta all’Imperatore.

Uno come Rossi per quanto mi riguarda non avrebbe più nulla da dimostrare, ma lui ha ancora fame e a 38 anni lotta ancora ad armi pari con ragazzini che vogliono trasformare un vecchio padrone di casa in un lontano ricordo.

Visti i test di Sepang, in questo 2017 ci sarà da diverstirsi parecchio…

Danny Garbin

6 Comments
  1. Mah, nella prima metà del 2016 avevo l’impressione che fosse quasi sempre il più veloce in gara e abbiamo visto com’è finita, mi sa che ormai il vento è cambiato e che il sogno del decimo titolo rimarrà tale.

  2. Io credo che nel 2016 abbia sbagliato per foga….ha avuto fretta di ottenere risultato ed è caduto in situazioni che avrebbero richiesto più calma. Cosa insolita per lui, per questo credo che abbia smania per il decimo titolo

  3. Perfettamente daccordo, e proprio per questo credo che non gli ritoccherà, il tempo delle vittorie per superiorità (salvo quella meccanica) è finito, ormai è una lotta tra “bestiacce”, gente il cui ego si realizza esclusivamente con la vittoria, e non per il gusto di competere o semplicemente andare in moto. Ma questa, chiaramente, è un’opinione mooooolto personale.

  4. gran pilota fuoriclasse ma non mi è mai piaciuto il fare polemica e l’ essere troppo mediatico oltre il lecchinaggio di molti media nei suoi confronti mediaset e ora sky,per me il 10 titolo sarà difficile perchè avrà di fronte gente più giovane e affamata

  5. La sua è una sfida enorme e straordinaria e quest’anno la schiera degli avversari è la più nutrita di sempre. Essere fra gli aspiranti al titolo, a 38 anni e dopo una carriera senza uguali…, beh, è già una vittoria. Forza Vale.

  6. i pregi di Rossi sono di gran lunga superiori ai difetti.

    e’ un esempio di perseveranza, passione e volonta’ , in contrapposizione a persone piccole e tendenzialmente invidiose che sanno solo ben criticare!

Comments are closed.