Quando le gare sono libere da costrizioni di classifica diventano più spettacolari. I piloto corrono liberi, c’è chi deve confermare di essere campione sempre e chi cerca il suo riscatto per una stagione che si è girata male o un annata negativa.
Unica componente ad essere restia a lasciare i campi di gara è la politica. Sullo sfondo la questione sullo sforamento dei budget cap che vedrà la federazione commissionare una leggera penalità in barba ai rosiconi della passata stagione che già stavano pensando al titolo mondiale riassegnato. In più la Fia ha deciso di ricalibrare le sanzioni, ammesse che ci fossero in precedenza. Questo per evitare che i bibitari debbano giustificare buffet degni dei reali di Inghilterra o personale che entra nel reparto di F1 per progettare barche a vela per le attività ludiche di Newey.
Dopo i fatti di Singapore, la direzione gara è passata dalla lentezza pachidermica alle decisioni fulminee per le condizioni di pericolo che ci sono state in pista. Pensare che basterebbe un unico consiglio decisionale itinerante come si fa con la safety car che ha sempre lo stesso pilota al volante.
In attesa che la stanza dei bottoni decida di farsi gli affari suoi quando i piloti corrono senza intervenire quando non deve per rovinare lo spettacolo, ci godremo le prossime tre gare. Perez cerca la consacrazione in casa sua, ma Leclerc ha già una volta rovinato i piani ai bibitari a casa loro.
Max Verstappen 10: Parte bene, riesce a imporre il proprio ritmo. Poi il team commette un errore, l’unico in un campionato perfetto. Il due volte campione del mondo è un cannibale non lascia nulla a nessuno e torna a vincere battendo gli avversari in pista. Il team radio infelice nei confronti del team poteva evitarlo. È grazie a loro ed ai meccanici se ha la corona sulla testa.
Charles Leclerc 8: Una bella rimonta. Libero ormai da ogni obbligo se non quello di salvare il suo secondo posto nel mondiale piloti compie una delle più belle gare della stagione. Bei duelli, ottimi sorpassi, ed il secondo posto salvo fino al Messico.
Fernando Alonso 8: Resiste al tentativo di assassinio di Stroll. Sopravvive, e senza colpo ferire a testa bassa prova a ricostruire la sua gara conquistando punti importanti, fondamentali per il campionato costruttori. Una roccia, indomabile ed inarrestabile.
Lewis Hamilton 7: Parte bene, approfitta del trambusto causato dal compagno in partenza per lanciarsi all’inseguimento del campione del mondo. Accarezza l’idea della sua prima affermazione mondiale ma con tutta la sua esperienza si distrae al momento dell’attacco di Verstappen. Non avrebbe comunque vinto ma poteva vendere più cara la pelle.
Sergio Perez 7: Non è la sua giornata. Viene fuori da una partenza convulsa per poi portare un passo relativamente modesto. Subisce un eccellente sorpasso dal rivale diretto per la classifica mondiale. Per il Messico deve cambiare passo il suo pubblico lo aspetta vincente.
Sebastian Vettel 7: Una gara che poteva essere un podio, rovinata dall’impreparazione cronica del team britannico. Non si arrende, compie il sorpasso più bello della gara uno dei più belli della stagione. Mancherà a tutti, questo è certo.
Kevin Magnussen 7: Porta la Haas a punti a casa sua. Un risultato di assoluto rilievo per un pilota che non merita il ruolo di riserva. Una garanzia per il team di cui devono tener conto una volta per tutte nelle decisioni da prendere per il futuro.
Yuki Tsunoda 7: Una bella gara per il giovane giapponese. Quando tutto è regolare, non succedono guai, ed ha la testa apposto, allora riesce a fare grandi risultati. Un punto potrebbe sembrare poco, ma è un tesoro per il suo team e per la sua carriera.
Lando Norris 6: Una brutta gara nelle fasi iniziali per poi cambiare faccia dopo la safety car. Dove una volta continuava ad affondare, sulla pista americana il pilota britannico cambia passo. Il team gli da una grande mano per portare a casa punti importantissimi.
George Russell 5: Parte male. Rovina la gara a Sainz. Poi comincia a fare la sia gara classica tutto pragmatismo e costanza. Alla fine, riporta a casa un altro quinto posto, canonico e garantito. Dovrà fare di meglio Hamilton è più vivo che mai e non sarà più sufficiente essere concreti.
I bibitari 8: Vincono anche quando fanno errori clamorosi. Decidono tutto, fanno di tutto, l’unico problema che potrebbero avere è un ritorno di Mercedes. La Ferrari è troppo poca cosa per preoccuparli.
La banda Binotto 6: Non possono fare gran che contro la Jella. Le correzioni sulla monoposto di Leclerc funzionano, il podio era alla portata ed è stato conquistato. Mancava la vittoria sarebbe stata perfetta.
I crucchi 7: Ci hanno provato, ci hanno creduto, abbastanza da costringere la Red Bull e Verstappen a fare gli straordinari. Ci sono ancora tre gare, ed è giusto sperare.