Il mondiale 2022 di Formula 1 è andato in archivio. Verstappen diventa due volte campione del mondo e la Red Bull conquista il mondiale costruttori. Dai numeri, uno spettatore inesperto, penserebbe che sia stata una passeggiata per l’olandese.
Ma quanto di questo mondiale vinto in modo così mirabolante da parte di Verstappen è demerito della Ferrari? Volendo difendere l’operato del team di Maranello e del suo team principal Mattia Binotto possiamo dire che dopo due anni come il 2020 e 2021 chiudere al secondo posto in entrambe le classifiche con quattro vittorie all’attivo e dodici pole position è sicuramente un bilancio positivo.
Ma nonostante ciò il leader del muretto Ferrari, secondo tutta la stampa mondiale, aveva già la valigia fuori dalla porta. E’ stata la stessa Ferrari a rimettere al suo posto il suo Binotto. Tutto questo mentre chi frettolosamente stava scendendo dal carro del vincitore si è frettolosamente affrettato a salirci di nuovo dopo il Gp di Abu Dhabi. Oggi si parla di un team da rifondare con sempre al comando Binotto che deve essere coadiuvato a formare un team vincente. Il tutto sulla base di una scelta di continuità. La sensazione, però, sta nel fatto che se non cambia la guida che ha portato al risultato deludente del 2022, non ha senso cambiare i protagonisti al muretto come a Maranello.
La direzione del team, una volta preso atto che la SF75 era arrivata a già a Maggio, al suo massimo livello, poteva puntare tutto sulla conservazione del gruzzoletto messo in cascina da Leclerc al posto di dare una libertà inspiegabile al secondo pilota lontano una quaresima dal leader. Forse si poteva sperare di mettere maggiore pressione alla Red Bull per la seconda parte del campionato.
Una gestione più attenta delle dinamiche di gara, anche soffrendo, evitando troppi errori poteva evitare di regalare più punti a Verstappen di quanti ne meritava in realtà. Il mondiale poteva non finire in Giappone portando vanti la lotta almeno fino al Brasile. Vincere era impossibile considerando la forza dimostrata in campo dalla Red Bull. Ma si poteva chiudere con maggiore dignità più che ridursi ad una mera lotta per la seconda piazza nella gara finale
Senza nulla togliere a Sargio Perez, vederlo in lotta per il secondo posto con Leclerc, è quasi uno sfregio alla classe del Monegasco. Leclerc meritava di giocarsi meglio la sua possibilità per il titolo. Quindi come valutare la stagione della Ferrari? In una sola parola deludente, non per il risultato, ma per come è stato conseguito!
Max Verstappen 10: Chiude in bellezza. Domina la gara. Si permette anche di dare consigli sulle gomme al compagno in difficoltà. Pensare che bastava anche meno, come evitare il sorpasso in Brasile per dargli una mano concreta. Le indicazioni nell’ultima gara mentre era tranquillamente al comando sembrano quasi una beffa che si aggiunge al danno.
Lance Stroll 8: L’ultima gara è stata la sua migliore in assoluto. Forte di una strategia azzeccata, non ha commesso errori, ha portato un buon passo sfruttando al meglio la resa della sua monoposto conquistando buoni punti.
Charles Leclerc 7: Chiude nel modo migliore che poteva un brutto campionato. Porta a casa delle vittorie, alcune pole position, ma gli è stata tolta la possibilità di fare di meglio. Poteva difendere il suo vantaggio, invece si trova in credito con la Ferrari. Un credito gli deve essere restituito.
George Russell 7: Una bella gara. Una prestazione che sugella la sua stagione. Una costanza di rendimento invidiabile in attesa di mettere in evidenza anche altri lati del suo talento. Un punto di riferimento fisso e costante anche per il team. Un osso duro per il sette volte campione del mondo Hamilton.
Lando Norris 7: Un bel finale. Una gara che segna una crescita sia del team che del suo modo di guidare. Una ripresa che mette ottimismo per la prossima stagione. Cambierà il compagno, ma resta il punto di riferimento inamovibile del team. Una garanzia anche quando le cose sembrano andare molto male.
Esteban Ocon 7: Una buona prestazione. Concreta senza errori. Un buon biglietto da visita per la prossima stagione quando si dovrà caricare sulle spalle il team per fare il definitivo salto di qualità.
Daniel Ricciardo 7: Non è dato di sapere che sia o meno la sua ultima gara. La buona prestazione di Abu Dhabi gli potrebbe dare una mano, ma potrebbe anche essere troppo tardi.
Carlos Sainz 6: Un finale di stagione specchio della sua resa nel corso del campionato. Ha lasciato la posizione al compagno. Doveva succedere tante volte. Il talento puro non fa parte del suo DNA, ma può compensare con il duro lavoro. Deve capire quando è il momento di fare qualche sacrificio.
Sebastian Vettel 6: Il suo ritiro poteva anche essere chiuso meglio che un mero punticino. Ma la festa che gli hanno tributato i colleghi gli rende onore al merito. Di solito i piloti se ne vanno via per poi tornare; quindi, non è detto che non ci ripensi e ritorni. Questa F1 ha bisogno ancora di lui.
Sergio Perez 5: Guida la macchina migliore ma arriva terzo nel mondiale. A parte lo sgarro fatto da capitano in Brasile, ha perso il suo secondo posto nei confronti di Leclerc per manifesta inferiorità in termini di pilotaggio. Anche lui è in credito con il team ma in questo caso sarà più difficile pretendere che gli venga garantita la parità con Verstappen.
I bibitari 8: Hanno vinto tutto. Avevano abbastanza forza da poter correre quasi in modo svogliato le ultime corse. Ne ha fatto le spese Perez. Un lusso che potevano permettersi con una Ferrari disattenta che gli ha concesso troppo. Ma non è detto che la prossima stagione possa andare allo stesso modo.
La Banda Binotto 5: Se si guarda la stagione Ferrari con il concetto del bicchiere mezzo pieno, Binotto è promosso e la Ferrari è andata meglio delle previsioni. Ma se la guardiamo dal lato del bicchiere messo vuoto, si poteva e si doveva perdere il mondiale 2022 in modo più dignitoso, ed il noto Team Manager dovrebbe prenderne atto una volta per tutte.
I crucchi 6: Hanno sbagliato macchina. Non si sono dati per vinti. Nonostante evidenti limiti di sviluppo per ragioni di budget, hanno lavorato duro per recupere qualcosa dal disastro di una monoposto orrenda. Alla fine hanno vinto comunque ed hanno dimostrato che hanno ancora un’arma politica importante con la direttiva 39. Torneranno e non sarà facile per nessuno.