Quando Sebastian Vettel debutta in F1 nelle libere del venerdi del GP degli Stati Uniti del 2007, è poco più che un ragazzino di 19 anni, un neo-patentato preso in prestito dalle categorie minori per rimpiazzare l’infortunato Kubica, pilota BMW-Sauber. Quello che però dimostrerà Sebastian Vettel in pista è di essere un pilota tremendamente forte e veloce, riuscendo a conquistare il suo primo punto in carriera già nella gara d’esordio. Oddio, non era veramente il suo primo esordio in F1: nel gran premio di Turchia del 2006 disputò le prove libere, segnando il miglior tempo della sessione e risultando il più giovane pilota ad aver guidato una F1 in un week end di gara.
La carriera motoristica di Vettel inizia quando è un bambino: nel 1995 all’età di 8 anni, muove i primi passi nell’ambiente dei Kart, categoria che lo vede militare fino al 2003, anno in cui c’è il salto di qualità, passando alla Formula BMW. Nei kart ottiene diversi successi e inizia a sognare la F1 che in quel periodo vede l’esplosione del suo connazionale e idolo Michael Schumacher.
Il bimbo prodigio si mette in luce anche nelle più difficile Formula BMW, vincendo o meglio, dominando l’edizione 2003 con 18 successi su 20 gare, 15 pole position e 16 giri veloci in gara: numeri che solo i migliori riescono ad ottenere!!!
Il 2006 è l’anno di svolta per Vettel e arriva la tanto attesa chiamata dal mondo della F1, anche se semplicemente come pilota del venerdi. E’ già abbastanza per capire di aver di fronte ad un futuro campione del mondo, ad un giovane talento. Mentre aspetta di essere ingaggiato in F1 a tempo pieno, Vettel continua a mietere successi nella Formula 3 Euro, piazzandosi in 2° posizione con 3 vittorie all’attivo. Ma quello che sogna il tedesco è un posto fisso nella massima formula: dovrà aspettare il 2008, quando verrà ingaggiato dalla Toro Rosso, team satellite della Red Bull. La stagione inizia nel peggiore dei modi (4 ritiri nelle prime 5 gare), ottiene i primi punti stagionali a Monaco, si mette in mostra in Canada resistendo agli attacchi di Kovalainen e della sua Mclaren, ma l’apice della stagione avviene a Monza: nel tracciato Brianzolo, il giovane Vettel conquista la pole e vittoria, restando al comando per tutta la gara.
Dal 2009 le cose si fanno sul serio: Vettel passa alla Red Bull, in sostituzione del veterano Coulthard. Ottiene 4 successi, in un campionato segnato da regole tecniche poco chiare e da un dominio imbarazzante della nuova Brawn GP. La stagione successiva invece vedrà la consacrazione di Vettel, conquistando il suo primo titolo irdato in una stagione molto combattuta, con addirittura 4 contendenti al titolo a poche gare dalla fine. Solo l’epilogo ad Abu Dhabi (e l’errore grossolano al muretto Ferrari) ha consacrato Sebastian Vettel Campione del Mondo per la prima volta: è il coronamento di un sogno atteso a lungo, di un sogno iniziato quando ancora era bambino e nella sua cameretta erano appesi i poster di Schumacher, suo idolo.
Ma non è finita qua: Sebastian si bissa nel 2011 monopolizzando il campionato vincendo 11 gare su 19 e chiudendo i conti nel Gran Premio di Giappone, con 4 gare ancora da disputare, diventando il più giovane bi-campione del mondo.
Gerhard Berger aveva detto di lui “Sebastian non solo possiede la necessaria velocità, ma anche l’intelligenza, la combattività e la fame di successo, indispensabili per diventare prima o poi Campione del Mondo”. Ci aveva visto giusto l’austriaco ma forse nemmeno lui immaginava che il bambino prodigio potesse portare a casa 3 titoli mondiali consecutivi: il titolo del 2012 non è stato facile conquistarlo e, come nell’edizione 2010, solamente l’ultima gara ha scandito il vincitore mondiale, ovvero Sebastian Vettel.
I maligni dicono che Vettel vinca solamente perchè dispone della vettura più competitiva del lotto, che senza un missile firmato Adrian Newey sia un pilota mediocre. Però è anche vero che nella Formula 1 attuale senza una vettura competitiva e veloce difficilmente si riesce a portare a casa dei risultati.