Inutile girarci attorno, la Honda legittima l’aspirazione al titolo costruttori con una dimostrazione di forza che non ammette repliche. L’unica Casa capace di sbagliare una moto, accorgersene in ritardo, riprogettare il layout senza toccare il motore e, caduto il suo pilota di punta, portare alla vittoria un team privato. Senza contare l’ottimo risultato di un pilota rispolverato e rimesso in fretta e furia sulla sella di una moto di classe GP. Veniamo alla gara australiana.
Phillip Island è un tracciato molto particolare che, caso più unico che raro, si presta ad essere affrontato in modi molto diversi: altre piste hanno alcuni tratti favorevoli alle M1 e alcuni alle Honda, ma il bello del circuito australiano è che consente due diverse interpretazioni dei medesimi tratti. E così, se le quattro in linea possono esprimere elevate percorrenze nei lunghi curvoni, è altrettanto vero che nelle mani adatte una Honda o una vecchia Ducati entrano negli stessi curvoni un po’ più adagio ma immediatamente li trasformano in un’anticipazione di rettilineo, accelerando senza rischiare highside e lasciando che l’avantreno si limiti a correggere la traiettoria disegnata dal retrotreno che allarga in progressione.
Nel dubbio, Marquez decide di fare entrambe le cose. Esce in accelerazione – a dire il vero assai meno di quanto ci si aspetterebbe – ma soprattutto pretende di entrare forte e di sfidare in inserimento e percorrenza le migliori concorrenti. Per soprammercato decide di farlo con una gomma hard all’avantreno, e basta una frenata fin dentro la curva per superare il limite e finire a terra con lo sterzo chiuso. Stesso errore di un paio di stagioni fa, probabilmente la larghezza della pista e dei suoi curvoni lo portano ad esagerare e a guidare più con l’istinto che con la disciplina e con la ragione.
Anche Crutchlow sceglie le stesse gomme, ma si ricorda di essere un pilota di scuola inglese e di aver passato qualche tempo in sella alla Ducati: entra senza forzare, chiede all’anteriore il meno possibile e sfrutta la trazione della sua Honda. Vede la caduta di Marquez e gli viene qualche dubbio sulla sua gomma, ma dopo qualche giro torna a fidarsi della sua guida cercando di essere ancora più delicato sull’avantreno. Vince meritatamente, e al parco chiuso potrebbe perfino rivendersi la sua gomma anteriore, all’apparenza intonsa.
Gomma hard anche per le due Suzuki, ma anche contando su un avantreno più carico rispetto alle Honda la sostanza non cambia: il rischio viene dall’avantreno, e Aleix Espargaro paga dazio forzando la staccata. A sua scusante c’è da dire che le Yamaha e le Suzuki non possono interpretare diversamente la pista australiana, devono entrare forte e percorrere veloci senza alternative, ma ad aggravare la responsabilità osservo che nessuno impediva loro di utilizzare la gomma media.
Gomma morbida per Dovizioso, efficace fino a cinque giri dalla fine, quando il degrado si fa sentire obbligandolo a remare sui manubri durante le percorrenze alla ricerca di un po’ di aderenza. Esattamente come per Rossi, il quale tra una pagaiata e l’altra becca anche un lungo, alleggerendo la pinzata per evitare la caduta e rinunciando all’inseguimento finale. Ha sbagliato gomma pure lui? Ni. Partiva merdesimo, non poteva rischiare di lasciar fuggire la testa della corsa. Dieci sorpassi nel primo giro, ecco il suo obiettivo; e bisogna dire che è stato puro spettacolo, passava ovunque e in ogni curva. Certo, la gomma ha ceduto prima del traguardo, ma ha guadagnato un podio difficile su una pista dove anche i migliori sbagliano facilmente. Ed è comunque rimasto davanti a Vinales, un pilota che quanto a percorrenza e a inserimento non soffre di complessi rispetto a nessuno.
Curioso il granchio preso da una testata sportiva, la quale trascrive un’intervista dove Rossi avrebbe incolpato un eccessivo spinning posteriore assolvendo nel contempo la gomma anteriore. Di più, dichiarandola “la scelta giusta”. Ora, a parte che gli ultimi giri di gara mostrano la classica pagaia sui manubri – e quello è un chiarissimo indizio, difficile da equivocare – , e a parte anche la mia personale difficoltà a capire l’inglese degli australiani, ho sentito con le mie orecchie l’intervista in inglese rilasciata da Rossi nel retro del podio, dove i piloti vengono pesati a fine gara. Sì, era in inglese, ma ha dichiarato senza mezzi termini che il calo della ruota anteriore ormai degradata gli ha suggerito di desistere dall’inseguimento di un Crutchlow al quale non ha mancato di fare i complimenti. Coi se e coi ma non si vincono le gare, ma resto ragionevolmente convinto che Rossi partendo qualche fila più avanti avrebbe scelto proprio la media. Ma è un’opinione personale, sia chiaro.
Anzi, a dirla tutta, sono tuttora perplesso e non riesco a trovare la ragione per cui tanti piloti abbiano preferito la hard o la soft, senza vie di mezzo. La hard è rimasta nuova per tutti, la soft ha sofferto il degrado un po’ su tutti. Magari non c’è stato il tempo di provare diverse soluzioni, dev’essere andata così. Vai a capire. Forse sulla sola moto di Lorenzo avrei giustificato la scelta più soft: e siccome ce l’aveva per davvero, la sua prestazione è un filo imbarazzante. Non ci ha neppure provato, chissà cosa gli passa in testa: nelle prove Michelin di inizio anno, qui a Phillip Island, aveva fatto il miglior tempo.
ancora nessun commento?????
Troppa roba in un range di tempo ristretto…. la gente va in tilt!
Ahah! Sembra che siamo tutti in attesa dei primi commenti.
Sono rimasto stupito: anch’io credevo che Rossi avesse più problemi al posteriore in termini di tempo sul passo dell’ultima metà di gara (sul fatto che fosse al limite con l’anteriore si vedeva, ma ho pensato che fosse dovuto al voler tirare alla morte).
Per rimanere informato
E’ una mia impressione o nelle ultime gare, come Rossi ha dovuto spingere un po’ di piu’ per “lottare” con qualcuno, l’anteriore o gli ha mollato di botto o lasciandolo a terra o non gli ha permesso di continuare gli ultimi 4/5 giri con ritmi decenti. Anche ieri a Motegi la stessa cosa. Dopo il lungo dove Dovizioso l’ha passato, ha cominciato a perdere tantissimo. Un calo netto.
Sorry… Sepang e non Motegi.
Boh Jigen, ieri aveva decisamente strapazzato di più l’anteriore di Dovizioso. Secondo me ha perso di tattica e gestione più che per oggettivi limiti tecnici. Dovizioso se ne è rimasto per più di metà gara comodamente dietro senza tirare nemmeno una staccata. Vuoi mettere alle staccate furiose di Rossi in lotta con Iannone?
Esatto Davide! Era quello che intendevo.
La tattica di Dovi di ieri, che se non erro era su morbide, mi ha ricordato la tattica sul loro uso illustrataci da Federico così come il consumo eccessivo dell’anteriore come ci ha spiegato Federico. Sbaglio??
Ma Dovi ha dichiarato subito che di problemini ne aveva e non poteva andare piu di cosi , onore alla sua proverbiale onesta’ !!!
oggi come oggi partire davanti con queste gomme morbide performanti ma che fanno fatica ad arrivare in fondo, e’ ancora più importante (vedi il discorso della gestione di Federico). Però’ cosi’ ne guadagna lo spettacolo perche’ Rossi tra le varie capacità ha quella di saper superare l’avversario!