Interviste: il dramma dell’incidente di Senna dagli occhi dei medici

Il week – end più nero nella storia della Formula 1

L’incidente di Ayrton Senna, il 1° maggio 1994, avvenne all’interno del contesto di quello che passerà alla storia come “il week – end più nero della Formula 1”. Il venerdì, infatti, la Jordan di Barrichello decollò sopra le protezioni e, dopo alcuni attimi di paura, il pilota brasiliano si risvegliò non senza alcuni gravi traumi. Il dramma si consumò il sabato quando, verso le 13:15, la Simtek di Roland Ratzenberger uscì di strada alla curva Villeneuve. A più di 300 km/h l’impatto fu mortale e, purtroppo, per Roland non ci fu più nulla da fare.

Ayrton Senna arriverà la domenica molto preoccupato come mai lo era stato prima di allora. Dal film “Senna” traiamo questo aneddoto secondo cui, prima di partire, Senna leggesse un passo della Bibbia. Quella domenica ne lesse uno in particolare nel quale si diceva che Dio gli avrebbe fatto il regalo più grande possibile.

Il giorno del dramma

La partenza del GP fu funesta. La Benetton di JJ Lehto è ferma per un problema meccanico. Tutte le vetture lo evitano tranne la veloce Lotus di Pedro Lamy che tampona la vettura del finlandese. I detriti decollano e colpiscono la folla in tribuna. Una gomma ferì gravemente uno spettatore che rimase alcuni giorni in coma.

Poi il dramma. Pochi giri al comando e Ayrton Senna sembra aver ritrovato il suo spirito da campione del mondo. Ore 14:16, il piantone dello sterzo della sua Williams cede. La vettura è ingovernabile nel punto più pericoloso del circuito di Imola: la curva del Tamburello. Senna impatta violentemente contro le barriere, la monoposto è distrutta. Interviene subito la squadra medica tra cui Alessandro Misley, uno dei primi ad intervenire sul luogo dell’incidente. La gravità della situazione era plausibile.

Le parole di Misley appena giunto al Tamburello

1) Che atmosfera regnava tra i soccorritori quando hanno capito la gravità della situazione ?

Come prima cosa, sicuramente, provammo un forte senso di incredulità. Si arrivava da un week – end drammatico nel senso che fummo partecipi, il venerdì, dell’incidente di Barrichello nella variante bassa. La sua monoposto si ribaltò in pista; Rubens subì “solo” un trauma anche se la paura iniziale fu molta. Il sabato, invece, morì il povero Ratzenberger. La gara della domenica iniziò con l’incidente alla partenza [Pedro Lamy colpì la Benetton di JJ Lehto rimasta ferma in griglia]. Una gomma della Lotus di Lamy cadde tra il pubblico e causò diversi feriti. Il week – end, insomma, era pieno di tensione. Quando ci fu l’incidente di Senna non ci fu detto subito chi fosse il pilota coinvolto.

Quando arrivammo sul posto e ci rendemmo conto che la macchina incidentata era la Williams di Senna rimanemmo tutti spiazzati. C’era un pressing mediatico notevole, c’era il pubblico che guardava attonito e la tensione regnava sovrana. Il messaggio che ci arrivò ci fece pensare ad un “normale” incidente per cui ci dirigemmo sul ruolo senza particolare preoccupazione. All’inizio non sapevamo fosse un impatto così grave e mai ce lo saremmo aspettati.

2) Come si presentava il casco di Senna al momento dell’incidente ?

Il casco era già stato tolto quando arrivai sul luogo. Il casco non era danneggiato visibilmente. La sospensione, a differenza di quanto si crede, non fu la causa della morte di Ayrton. Il pezzo penetrò, infatti, ad altezza degli occhi sulla visiera, ma il casco era integro. La vera causa della morte fu la frattura della base cranica dovuta all’impatto a 240 km/h contro il muro del Tamburello. La testa del pilota subì una forte decelerazione in quanto, un tempo, il corpo del pilota era saldamente trattenuto dalle cinture di sicurezza ma la testa subiva dei fortissimi spostamenti.

La sospensione, se l’avesse colpito nello stesso punto – ma in altre condizioni -, non l’avrebbe probabilmente ucciso. La morte celebrale fu immediata. L’arresto cardiaco fu registrato circa due ore dopo all’ospedale di Bologna.

3) Come era posizionato il volante dopo l’urto ?

Il volante era stato tolto quando arrivai sul luogo ma è probabile che un problema al piantone dello sterzo sia stata la vera causa dell’incidente. Senna era pignolo, voleva una posizione di guida perfetta. Tuttavia, la Williams era una macchina che non era mai stata usata prima da Ayrton. Il piantone dello sterzo, infatti, era arretrato ed impediva parzialmente Senna nei movimenti. Le voci dicono che i tecnici tagliarono e risaldarono il piantone proprio per venire in contro alle esigenze del campione brasiliano.

Evidentemente, il lavoro svolto sulla monoposto di Senna non fu adeguato (tenendo conto che i materiali di cui sono fatti questi componenti non sono facilmente maneggiabili) e, a causa delle forti vibrazioni cui era sottoposta la vettura, la saldatura si ruppe nel momento peggiore.

4) Lo spostamento della testa di Ayrton nell’immediato momento successivo all’impatto è stato uno spasmo nervoso o il pilota rimase cosciente per qualche secondo ?

Fu sicuramente uno spasmo nervoso, è impossibile che fosse cosciente. Il danno celebrale fu importantissimo. Ci furono delle contrazioni muscolari in tutto il corpo di Senna, ma, sicuramente, nessuno di queste fu volontaria.

5) Come mai venne deciso di non interrompere la gara anche a seguito dell’incidente di Alboreto ai box ?

Non te lo so dire, le decisioni sono prese in base a moltissimi parametri diversi. Il primo incidente, nel pre – gara, non fu eccessivamente grave. L’incidente di Senna non venne preso con la stessa drammaticità di una effettiva morte in pista. Ayrton, infatti, non perse la vita ufficialmente in pista ma morì più tardi. L’ultimo incidente, quello di Alboreto, avvenne verso la fine del GP per cui si decise di arginarlo e di lasciare che la gara continuasse fino al termine.