La perfetta domenica del tifoso

È la sera della vigilia del grande evento, controlli lo zaino mille volte per essere sicuro di non dimenticare niente, metti i vestiti sopra la sedia accanto al letto per sentirti più vicino, da tifoso, ai tuoi idoli. Ti svegli, è il giorno tanto atteso, è da mesi che hai preparato e organizzato tutto il necessario per essere presente ad uno degli eventi più acclamati del motorsport italiano.

Il giorno

È mattina presto. Ti alzi, ti vesti di corsa perché, anche se sei andato a letto presto, ti svegli tardi. Hai dormito poco durante la notte per l’eccitazione. Sali in macchina con i tuoi amici quando è ancora buio e partite per il Tempio della Velocità. In macchina si ride, si scherza, si è stanchi ma, al contempo, assolutamente eccitati. Arrivati a Monza, banalmente cerchi un parcheggio che soddisfi il portafoglio e le tue povere gambe che potrebbero tremare al solo sguardo ed al rumore del passaggio a tutta velocità delle vetture più performanti del mondo.

Il parco

Con lo zaino in spalla ci si dirige verso l’ingresso, il momento dove sale l’emozione ma al tempo stesso anche l’attesa per entrare. Del resto si sa, il gran premio di Monza non è una festicciola di quartiere, è un evento mondiale al quale partecipa gente da ogni parte del mondo per assistere alla punta di diamante del motorsport mondiale. Entri dopo sostenute prove di sicurezza e verifiche affinché il tuo equipaggiamento sia adeguato e a norma per entrare senza creare disguidi.

Sei dentro, la tensione si fa sentire e cominci ad intravedere, tra la folla, le bancarelle e le impalcature delle tribune, l’asfalto di una delle piste più famose del mondo dove sono passate leggende del calibro di Ayrton Senna e Michael Schumacher. Sali in tribuna e cerchi il tuo posto tra le migliaia di persone vestite di rosso (più di qualcuna in arancione a sostenere Verstappen o in giallo per Ricciardo) corse anche loro per poter ammirare lo spettacolo. Ti siedi e ti godi il panorama che trovi intorno a te, migliaia di persone vestite di rosso pronte a sostenere la grande Scuderia Ferrari.

La gara

È il momento, si scaldano i motori delle monoposto. Le vetture partono per fare il giro di ricognizione e posizionarsi nella casella conquistata il giorno prima nelle qualifiche. Il semaforo si accende, una luce rossa alla volta, il rumore dei motori si alza, una volta arrivati alle cinque luci rosse, i semafori si spengono dopo pochi istanti e la gara inizia. La prima curva è una calca, piloti che rallentano, altri che bloccano l’anteriore facendola fumare. Altri ancora sbagliano e vanno lunghi. Solo i più temerari e resistenti passano la chicane di Monza illesi.

Passano davanti a te i piloti più veloci del mondo e aspetti il giro seguente per vederli di nuovo, giro dopo giro, nella gara si crea subito un atmosfera che fa ricordare i tempi in cui la Ferrari dominava incontrastata la Formula 1.

Ad ogni giro si nota Charles Leclerc, sempre più sicuro di sé, che sfida entrambe le Mercedes senza l’aiuto del suo compagno di squadra Sebastian Vettel caduto in ultima posizione dopo essere scivolato alla Ascari. Vettel è furioso e rientra in carreggiata senza prestare attenzione. In quel momento sopraggiunge il canadese Lance Stroll. Vettel porta fuori pista l’alfiere della Racing Point che, a sua volta, manda Gasly, che lo inseguiva a ruota, sulla ghiaia. Un disastro. Per Vettel, dopo essere stato sotto investigazione, riceve 10 secondi di penalità che lo condurrà ad un esito neanche minimamente immaginato per questo GP d’Italia.

La vittoria

Mancano sempre meno giri al termine, Lewis Hamilton accelera il passo per avvicinarsi al monegasco ma Leclerc chiude l’entrata alla Roggia. Hamilton finisce fuori pista. Ultimo giro, ora dietro a Leclerc c’è Bottas. Il finlandese si avvicina, la Ferrari rosso fuoco di Leclerc continua a volare e a far tremare il Tempio della Velocità. Ultima curva, Jean Alesi fa sventolare la bandiera, la bandiera del vincitore. Quella che lui stesso ha più volte accarezzato senza mai conquistare a Monza.

Un urlo di gioia circonda l’autodromo che proclama Charles Leclerc vincitore del GP di Monza. La folla di gente scavalca le recinzioni per andare sotto il podio a festeggiare. In queste situazioni puoi fare solo due cose, inseguire la marea di gente che corre sotto il podio o partire a raggiungere l’auto per evitare di trovare il traffico che si creerà poco dopo. Si opta, ovviamente, per la prima. Oggi è un giorno di festa. La marea rossa invade il rettilineo di Monza. Tutti, con la mano sul cuore, cantano l’inno di Mameli. Anche Charles cerca di farlo e questo ci fa sentire tutti più uniti a lui, a quel ragazzo che ci ha fatto divertire e che ora dobbiamo omaggiare.

“Siam pronti alla morte l’Italia chiamò” trema l’autodromo, quando i ferraristi arrivano a cantare questa parte dell’inno, penso che una forza intrinseca li smuova. Si personifichi in loro. Siamo tutti sportivamente pronti alla morte per omaggiare l’Italia, vincente nella figura di Charles Leclerc e della Ferrari.

Una volta finito tutto c’è solo una cosa da fare, farsi una bella doccia e andare a letto e prima di andare a dormire pensare: “io ci sono stato”.

Matteo Favaro