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Suzuka è uno dei circuiti storici del Circus iridato. Costruito nel 1962 come “test track” della giapponese Honda con tanto di parco divertimenti al suo interno dove si staglia la famosa ruota panoramica, questo tracciato ha ospitato il locale GP del Giappone dal 1987 fino al 2006. In questa stagione è subentrata al suo posto la pista di Fuji, che rimase attiva in calendario fino al Campionato 2009. Questo circuito è lungo 5,807 km, presenta 17 curve e un layout a forma di otto, che lo caratterizza per la presenza di un sottopassaggio e della conseguente sopraelevata.

Ma non è tutto, perché alcune delle sue curve sono diventate negli anni una vera impresa per tutti i piloti del Circus: la 130R per esempio, ma anche il tornantino, la velocissima Spoon e la variante Casio Triangle, oggi più una “bus stop” che rimanda sul rettilineo principale, unica zona dove è possibile utilizzare il DRS. Sul circuito di Suzuka sono andati in scena duelli leggendari: primo tra tutti quello del 1989 tra Ayrton Senna e Alain Prost, che arrivarono al contatto proprio alla Casio Triangle nella lotta per il Titolo Mondiale, che andò quell’anno al francese. La stagione successiva, invece, ci pensò il Campione brasiliano a prendersi la rivincita, con quel famoso crash alla prima curva tra la sua McLaren-Honda e la Ferrari del pilota transalpino. Da ricordare anche l’edizione 1996, nella quale Damon Hill sconfisse il compagno di squadra Jacques Villeneuve e vinse il suo unico alloro iridato, così come quella del 1998, in cui Michael Schumacher le provò tutte per riportare l’iride a Maranello ma venne tradito prima dallo spegnimento del motore in griglia e poi per l’esplosione della gomma posteriore destra. Il Kaiser ottenne la sua rivincita nel 2000, anno in cui riportò la Ferrari sul tetto del mondo diventando, ad oggi, il pilota più vincente nell’albo d’oro di Suzuka (sono ben sei i successi che ha firmato sull’ottovolante giapponese).

Suzuka è uno dei classici del calendario iridato, una vera e propria “gita” sulle montagne russe per piloti, ingegneri e strateghi, con la farfalla aperta per il 63% del giro. La prima sfida del giro è alle curve “S”, un tratto dove il pilota “gioca” con l’acceleratore mentre percorre alcuni cambi di direzione ad alta velocità. Un punto simile alle curve Maggots e Becketts di Silverstone, nelle quali si entra a circa 245 chilometri orari, percorrendole in successione in quinta e sesta marcia per un lasso di tempo circa 15 secondi fino alla fine del settore. Questa sezione consente alla MGU-H di recuperare una buona dose di energia attraverso il flusso costante che attraversa lo scarico, mentre la MGU-K avrà la possibilità di alimentarsi quando il pilota interverrà sul pedale del freno. Tuttavia la migliore opportunità per la componente cinetica di ricaricare la batteria sarà quella che si presenterà al tornante e poi alla chicane prima della fine del giro. Al contempo la seconda parte del tracciato metterà sotto pressione il propulsore termico e il turbocompressore. Lo spazio compreso fra la curva 14, denominata Spoon Curve, e la 130R è intorno ai 1250 metri: una distanza che il pilota dovrà coprire con il pedale del gas al massimo della sua apertura. Dal punto di vista dell’aerodinamica anteriore della vettura è molto importante a Suzuka, in particolare nel primo settore e nella curva Spoon che si trova nel terzo. Infatti la stabilità, quando si affrontano i rapidi cambi di direzione, è di vitale importanza sul tracciato nipponico. Il livello di deportanza è abbastanza critico e la specifica utilizzata su questo circuito non è troppo dissimile da quella solitamente impiegata sulle piste di Barcellona e Silverstone. Disporre di un’ottima percentuale di carico aerodinamico è fondamentale, sia per mantenere la velocità all’interno delle curve che per consentire una pronta capacità di reazione nei cambi di direzione. Anche a Suzuka come in tutti i tracciati molto “guidati” i curvoni veloci determinano frenate poco impegnative. Infatti le monoposto non devono affrontare staccate particolarmente brusche ad eccezione della curva 130R, dove passano da oltre 300 chilometri orari fino a 120 in meno di 100 metri. Per l’impianto frenante la curva 16 risulta essere la più impegnativa del circuito.

Pneumatici: le temperature della pista possono variare molto, infatti si passa da un clima caldo ad uno freddo e piovoso. I team tendono ad adottare un assetto ad alto carico per massimizzare la velocità nelle curve veloci. Sui pneumatici viene scaricata molta energia, per le numerose curve lunghe, massimizzando i carichi. La celebre 130R, per esempio, comporta la forza-G continua più alta dell’anno. Ci sono poche forze longitudinali: a Suzuka è tutta questione di carichi laterali in percorrenza di curva. Questi fattori tendono ad aumentare i livelli di consumo e degrado, portando a più di una sosta. Difficile prevedere l’evoluzione della pista: anche la strategia deve rimanere flessibile, in quanto non è esclusa la possibilità di ingresso della safety car e i sorpassi sono difficili.

Venerdì 05/10/2018

  • ore 03:00 Prove Libere 1 – Sky Sport F1
  • ore 07:00 Prove Libere 2 – Sky Sport F1

Sabato 06/10/2018

  • ore 05:00 Prove Libere 3 – Sky Sport F1
  • ore 08:00 Qualifiche – Sky Sport F1
  • ore 14:00 Qualifica – TV8 (differita)

Domenica 07/10/2018

  • ore 07:10 Gara – Sky Sport F1
  • ore 14:00 Gara – TV8 (differita)