La carovana della Dakar oggi si ferma per un giorno di meritato riposo nel bivacco di Ha’Il. Sono passati già sei giorni di gara e di colpi di scena ne abbiamo già vissuti parecchi. Da domani i giochi si faranno più duri: la via del ritorno verso Jeddah sarà determinante per stabilire i vincitori di questa edizione della corsa più dura del mondo. Le classifiche restano ancora aperte ad eventuali “ribaltoni” e nulla deve essere dato per scontato, soprattutto alla luce di una edizione che ha fatto ritrovare il vero valore delle navigazione, come ai tempi d’oro di questo Rally Raid. Navigazione che infatti ha messo in crisi ben più di un pilota. E non parliamo soltanto dei rookies o dei debuttanti, ma anche di mostri sacri del motor-sport, come nel caso di Carlos Sainz e del suo co-pilota Lucas Cruz, che proprio in queste ore alimentano la polemica sull’organizzazione.
La gara resta però bella e difficile. Il manipolo di italiani ha scritto il suo capitolo nella storia di questa gara. Per alcuni le pagine da riempire sono ancora aperte e si spera fino al traguardo di Jeddah. Per altri invece il capitolo finale è già stato scritto, sicuramente troppo in anticipo rispetto ai sogni riposti in questa corsa.
Nelle moto il più forte resta Maurizio Gerini, ma che manico Franco Picco
La categoria moto è quella che sicuramente affascina di più. Si vive a stretto contatto con il deserto, si patisce maggiormente il freddo, il caldo, la fatica. E in più si è soli a lottare. Se aggiungiamo che la maggior parte degli italiani in gara hanno scelto di gareggiare nella Original by Motul, ovvero senza assistenza esterna, le fatiche raddoppiano una volta arrivati al bivacco.
Il pilota più forte resta Maurizio Gerini, che occupa la 29esima posizione al termine della sesta tappa. Il distacco dal leader Price è di 3 ore e oltre 18 minuti. Gerini è anche in testa alla classifica della Original by Motul. Segue da distanza un duetto di tutto rispetto. Al 49esimo posto Cesare Zacchetti, alla sua terza e migliore Dakar disputata, dopo il ritiro nel 2015 e il 73esimo posto della scorsa edizione. Segue in 50esima posizione l’inossidabile, il leggendario, Franco Picco. Esperienza e successi da vendere, il 65enne pilota è giunto alla sua edizione numero 29 e sembra avere ancora la tempra di un ragazzino. Alla posizione numero 69 troviamo invece Giovanni Stigliano, al suo debutto alla Dakar e capace di mettersi alle spalle per ora una decina di piloti.
Dakar che invece è finita in anticipo per Tiziano Internò, caduto e poi ripartito nella quarta tappa, ma che poi ha scelto la via del ritiro per le conseguenze della caduta. La quinta tappa segna invece i ritiri di Lorenzo Piolini, e Davide Cominardi. Tradito dalla rottura dello scarico Francesco Catenese nella sesta tappa, costretto ad abbandonare.
Gli italiani nelle altre categorie
Tra le auto l’unico nostro connazionale è David Giovannetti, co-pilota di Marco Piana (nonostante il nome di nazionalità francese). L’equipaggio a bordo della Toyota Land Cruiser è ancora regolarmente in gara, al 51esimo posto in classifica generale. Camelia Liparoti, sei volte Campionessa del Mondo alla guida di un quad nei Rally TT, occupa la sesta posizione nella categoia Lightweight Vehicle. Nella categoria SSV troviamo Paolo Ceci, passato alle piccole vetture dopo diverse Dakar disputate. Ora il suo ruolo è quello di co-pilota di Khalifa Al-Attiyah, fratello minore del più titolato Nasser. Attualmente l’equipaggio occupa la nona posizione. Tra i camion il team Orobica Raid vede ancora in gara Giulio Verzelletti, Giuseppe Fortuna e Marino Mutti, mentre l’alto mezzo affidato a Paolo Calabria, Loris Calubini e Mauro Grezzini ha visto il ritiro nel corso della quarta tappa. Infine la categoria Classic, riservata ai mezzi con più di 20 anni. Luciano Carcheri e Roberto Musi occupano la settima posizione con il loro Nissan Patrol, mentre Roberto Camporese e Umberto Fiori chiudono la classifica al 24esimo posto con la straordinaria Peugeot 504 Pick-Up.
Credito fotografico ©Lulop.com