Torna la nostra rubrica sul test delle moto usate e, dopo aver parlato della Ducati Supersport, parliamo di un’altra bella bicilindrica italiana stavolta di casa Noale: la Aprilia RSV1000 o, come chiamata in seguito dal marketing, RSV Mille.
La RSV1000 è nata negli anni 90 come risposta alle bicilindriche bolognesi di casa Ducati, ma con un concetto che si differenziava molto dallo stile di Borgo Panigale. In Aprilia era in progetto una maxi bicilindrica fin dai primissimi anni 90, che però trovò il suo esordio diversi anni dopo, nel 1998.
L’Aprilia decise di rivedere il concetto di bicilindrico creando un qualcosa di molto diverso, a partire dal motore. La RSV1000 monta un bellissimo propulsore di 998cc a V di 60°, che eroga una potenza all’albero di ben 128 cavalli a 9250 giri al minuto, ovviamente raffreddato a liquido (le prime versioni avevano circa 118cavalli). Si stacca quindi dal concetto di bicilindrico a L molto noto ai motociclisti. Il motore era ovviamente 4 valvole per cilindro, con un sistema Dual Spark di accensione.
Dal punto di vista ciclistico si nota moltissimo l’influenza delle moto da GP che Aprilia costruiva all’epoca: telaio in alluminio che richiamava moltissimo le 250GP, un forcellone con capriata superiore di rinforzo degno di una vera moto da corsa e sospensioni pluriregolabili.
La posizione di guida di questa moto rispecchia in pieno il trend di quegli anni: seduta molto alta, molto carico sui polsi e l’impressione di essere “sopra” la moto e non “dentro”. Il paragone con la 916/996/998 da questo punto di vista è calzante: sia la Ducati che l’Aprilia non sono moto comodissime.
Questa è una motocicletta che ha molto spazio, anche se per le persone più basse di 1,75mt potrebbe risultare davvero molto alta. Stesso discorso per il passeggero: non fatevi ingannare dal sellone gigantesco, perché se il passeggero è più alto di un fantino si ritroverà a fine giro con i polsi distrutti vista la grande differenza di altezza tra le due selle.
Alla guida la moto è semplicemente fantastica: nonostante la mole sia rilevante, la moto è molto agile e il motore è davvero molto corposo. Questa è una moto molto equilibrata in ogni situazione: ricordo io stesso, provandola in pista, di essere uscito bello allegro da una curva col posteriore in derapata e poi aver fatto il rettilineo in monoruota snocciolando seconda e terza tenendo in aria a un metro da terra la moto giocando solo col gas.
La cosa che più mi è piaciuta è proprio l’erogazione, pastosa e fluida, senza strappi, con un comando del gas davvero preciso e rapido negli interventi.
Inoltre la moto è stabile sul misto veloce, non agilissima nello stretto, ma quando le medie orarie si alzano è davvero una gran moto da guidare. Nella foto potete vedere cosa permette di fare nelle mani di un pilota esperto, qui nel caso Andrea Mazzali quando era tester di Super Wheels (rivista che compravo sempre e che mi ha portato in pista per la prima volta!).
Queste moto sul mercato sono tenute solitamente molto bene: la prima versione inoltre viene via davvero con poco, si parla di cifre dai 1500 ai 2200,00 € al massimo con anche kit vari (freni, carene, pedane e altro). In genere non hanno nemmeno troppi km, ma il motore è in grado di sopportare kilometraggi da camion.
Inoltre, vuoi forse per i bassi numeri di vendite, non sono stati segnalati problemi di sorta. Il motore è davvero robusto, e la moto non è affatto delicata. Come sempre, essendo una supersportiva, verificate che non abbia graffi sui carter, sul forcellone e sui piedini della forcella (atrimenti vorrebbe dire che è caduta in pista).
Se sul telaio vedete degli strani puntini bianchi, magari in rilievo, vuol dire che la moto ha fatto un saltino in una via di fuga (la ghiaia segna così il telaio, in particolare quello spazzolato in alluminio); stesso discorso per il forcellone.
Una vera e propria pecca questa moto, se parliamo della funzionalità, non ne ha. Non è bellissima e appare un pò grassoccia, e questo ne ha limitato moltissimo la diffusione, ma posso garantirvi che la RSV1000 è un toro ed è affidabilissima. Alla prossima!
Aggiunta post pubblicazione: grazie alla segnalazione di voi attenti lettori, ci è stato segnalato un problema alla ruota libera di questa moto, che affligge i modelli del ’99, e i motori successivi al 2004. Il kit originale Aprilia di riparazione è abbastanza caro, intorno ai 300 €, ma da quanto ho letto nei vari forum pare che la ruota libera della Ducati sia pienamente compatibile e con un prezzo molto più accessibile, circa 120€. Ulteriori informazioni potete trovarle in questo link.
Conoscevo per questo motore, in tutte le sue incarnazioni, un problema piuttosto serio con la ruota libera…
E una “debolezza” di alcune serie con lo statore.
E’ una informazione errata?
Pike per esperienza diretta devo dire che ho trovato moto con 60mila km senza nessun problema.
Magari mi informo bene su altri casi particolari
Confermo e una moto fantastica! Ciclistica ottima e un motore sempre pronto e estremamente fluido. Nonostante la mole è una moto agilissima l unico vero problema è che posso confermare era quella maledetta ruota libera!
Confermo e sottoscribo ciò che è stato scritto nella articolo, il problema alla ruota libera è frequente sui modelli fino al 2000, per i modello successivi solo in caso di manutenzione minima poteva presentarsi, personalmente ne ho avute 4 senza problemi, per lo statore parliamo del modello dal 2004 al 2006 che ha un impianto elettrico completamente diverso rispetto al modello dell articolo.
Chi avrà modo di provarla e averla non se ne pentirà, di serie questa moto aveva una dotazione che le concorrenti giapponesi si sognano anche oggi, forcelle e mono ohlins ,impianto frenante completamente Brembo e top di gamma del periodo, cerchi forgiati OZ con accentazione di masse e peso contenuto, sistema anti saltellamento PPC, e un cx che fa invidia ad un caccia.
Il vestito è voluminoso per una questione aerodinamica e non commerciale anche se purtroppo spesso la si giudica guardandola e non guidandola…
Grazie Skynetx per la tua testimonianza….
Mi sono fatto un giro di forum e ho visto che il problema della ruota libera ha un po afflitto questo bicilindrico, niente di irrisovlibile comunque, in particolare su modelli 98-99 e post 2004
Dopo averla provata ieri confermo tutte le sensazioni dell’articolo. In pista, con gomme stradali, stavo dietro agli smanettoni con moto strakittate…e ovviamente a gomito a terra… 😀