Sono passati nove anni dal grave infortunio di Michael Schumacher mentre sciava a Meribel, in Francia.
Il sette volte campione del mondo si era ritirato da poco dalla Formula 1, al termine della stagione 2012 dopo un periodo di tre anni con la Mercedes .
Il 29 dicembre 2013, i fan di Schumacher – così come la più ampia comunità di F1 e motorsport – hanno trattenuto il respiro per le notizie sulle sue condizioni.
Schumacher, uno sciatore esperto, è caduto e ha battuto la testa su una roccia. Nonostante indossasse il casco, ha riportato un grave trauma cranico ed è stato portato all’ospedale di Grenoble. Lì è stato operato e messo in coma farmacologico per aiutare a ridurre il gonfiore nel cervello.
Nell’estate del 2014, è stato annunciato che Schumacher non era più in coma ed era stato trasferito all’ospedale universitario di Losanna, in Svizzera.
Nel settembre dello stesso anno, Schumacher è tornato a casa della sua famiglia per continuare il suo trattamento di riabilitazione.
“A tutti manca Michael, ma Michael è qui”
La moglie di Schumacher, Corinna, così come i loro figli Mick e Gina, hanno scelto di parlare pubblicamente dell’incidente sugli sci per la prima volta nel film documentario Netflix del 2021, Schumacher .
“Certo, mi manca Michael ogni giorno”, ha detto Corinna. “Ma non è solo a me che manca: i bambini, la famiglia, suo padre, tutti intorno a lui. A tutti manca Michael, ma Michael è qui. È diverso, ma lui è qui, e questo ci dà la forza per andare avanti.”
Corinna ha parlato anche della riabilitazione e delle cure che Schumacher continua a ricevere a casa.
“Facciamo terapia, facciamo tutto il possibile per far star meglio Michael, e per assicurarci che stia bene, e semplicemente per fargli sentire la nostra famiglia, il nostro legame. Stiamo cercando di andare avanti come una famiglia come piaceva a Michael e stiamo andando avanti con le nostre vite.”
“È molto importante per me che possa continuare a godersi la sua vita privata il più possibile, Michael ci ha sempre protetti, ora stiamo proteggendo Michael”.
#KeepFightingMichael
Anche se negli ultimi nove anni sono state date poche informazioni sulle sue condizioni di salute di Schumacher, la sua mentalità sempre combattiva in pista viene onorata attraversto l’hashtag #KeepFightingMichael, che simboleggia l’approccio adottato da uno dei grandi di tutti i tempi della F1:
“Ho sempre creduto che non dovresti mai, mai arrenderti e che dovresti sempre continuare a lottare anche quando c’è solo una minima possibilità.”
Michael Schumacher
L’hashtag ha portato alla fondazione della “Keep Fighting Foundation” a suo nome, che continua il lavoro di beneficenza svolto da Schumacher.
La sua eredità in F1 non è stata dimenticata, con il suo record di sette titoli ancora da battere, eguagliato solo di recente da Lewis Hamilton nel 2020.
#KeepFightingMichael