In un’epoca in cui la maggior parte dei costruttori scelse di concentrarsi solo su una o due serie, la McLaren corse con grande successo in quattro campionati principali: Formula 1, Can-Am, F5000 e Indy.
L’idea generale era che disputando più campionati diversi contemporaneamente, i risultati ne avrebbero risentito poiché gli sforzi non erano focalizzati su un unico obiettivo.
La McLaren ha dimostrato invece che questa teoria era del tutto sbagliata, sfruttando a suo vantaggio ogni singola partecipazione ai quatto campionati sopra riportati.
In meno di cinque anni, la squadra inglese si aggiudicò il Titolo in F1, il successo in Can-Am e la vittoria in F5000, oltre che la Indy 500.
Nel 1973 uno degli ultimi ostacoli da affrontare era la vittoria nel Mondiale di Formula 1. Anche se la McLaren era in F1 dal 1966, non andò mai oltre alla singola vittoria in un Gran Premio.
Sfruttando al massimo la loro situazione, la McLaren combinò la scocca della Indy 500, la M16B del 1972, e la sospensione della vettura di F1, la McLaren M19, per creare una della Formula 1 di maggior successo mai costruite e il responsabile del progetto era Gordon Coppuck.
Alcune modifiche dovevano essere apportate per convertire la M16B per l’uso in Formula 1. Il motore Offenhauser Indy aveva bisogno di un sottotelaio per supportare le sospensioni posteriori mentre il Cosworth DFV poteva essere utilizzato con le sospensioni direttamente imbullonate ad esso.
Quest’ultime sono state modificate per adattarsi alle curve tortuose della Formula 1, rispetto agli ovali americani. Una delle maggiori differenze visibili, fu l’aggiunta di un grande airbox per convogliare l’aria nel motore.
La McLaren M23 fece il suo debutto nella gara della stagione 1973 sfoggiando una colorazione bianca con l’interno delle pance colorato di arancio e subito risultati furono dei migliori con Denny Hulme che ottenne la pole position ripetendo il risultato anche la gara successiva.
Nel resto della stagione il suo compagno di squadra Peter Revson conquistò due vittorie che permisero alla McLaren di finire terza nel Campionato Costruttori, dietro alla Lotus e alla Tyrrell.
Per il 1974 il veterano Hulme venne affiancato dal Campione del Mondo 1972, Emerson Fittipaldi. Esteriormente la McLaren M23 cambiò poco, tranne che per la nuova livrea Marlboro-Texaco. Entrambi i piloti hanno dimostrato il loro valore ottenendo una vittoria a testa nelle prime due gare.
Entrambi si sono aggiudicati altri due Gran Premi a testa nel resto della stagione e la costanza di Fittipaldi gli ha permesso di guadagnare abbastanza punti per terminare al secondo posto nella classifica piloti.
Le prestazioni complessive hanno permesso al team di conquistare il suo secondo Titolo Costruttori in Formula 1, oltre alla vittoria in Indy 500 con la M16C.
Dopo questa stagione, Hulme si ritirò, dopo una carriera di grande successo dove è riuscito a conquistare anche un Titolo Mondiale Piloti in F1 con la Brabham e diversi campionati Can-Am con la McLaren.
Il suo sostituto fu Jochen Mass, che aveva guidato una M23 “privata” nella stagione precedente. Fittipaldi ha ottenuto due vittorie con la McLaren M23 ma queste furono insufficienti per battere Lauda sulla nuovissima Ferrari 312T.
Alla fine del Campionato, il brasiliano è arrivato secondo alle spalle del ferrarista e la McLaren ha ottenuto la terza posizione nel Mondiale Costruttori.
Per il 1976 la McLaren ingaggia James Hunt dopo aver dimostrato grandi cose l’anno precedente con la sua Hesketh. Hunt va a sostituire Fittipaldi, ingaggiato dalla squadra di suo fratello.
Il regolamento vieta i vistosi airbox sopra la testa dei piloti dalla quarta gara della stagione. La McLaren lavora di ingegno e astuzia e questa presa d’aria viene sdoppiata ai lati del roll bar, dietro la testa del pilota per ossigenare il V8 Ford Cosworth, rispettando però il regolamento.
All’inizio della stagione c’erano grandi aspettative per la battaglia tra il campione in carica Lauda e l’astro nascente Hunt.
A metà stagione Lauda sembrava pronto a conquistare il suo secondo titolo consecutivo: dopo otto gare l’austriaco aveva il doppio dei punti rispetto ai suoi rivali più stretti, dopo aver vinto 4 gare e conquistato altri tre piazzamenti a podio. Hunt era staccato di 26 punti con 2 vittorie all’attivo e un secondo posto.
La stagione cambiò radicalmente al Nurburgring, dove il ferrarista è stato vittima di un incidente quasi fatale per lui. Nonostante le gravissime ustioni riportate, Lauda salterà solamente tre Gran Premi ma al suo ritorno in pista non sarà in grado di eguagliare le prestazioni siglate nelle gare prima dell’incidente.
Hunt si aggiudica 6 gare su 8 e alla gara finale è a soli 3 punti da Lauda. Si corre in Giappone, sul tracciato del Fuji e prima della gara si era abbattuto una forte pioggia.
Quasi tutti i piloti e i team erano d’accordo sul non disputare la gara, per ragioni di sicurezza. Tuttavia, gli organizzatori non volevano deludere i 150 mila spettatori e hanno deciso di far disputare ugualmente la corsa.
Fortunatamente la pioggia calava di intensità poco prima del via, ma la pista rimaneva ugualmente zuppa d’acqua. Hunt è partito dalla pole e ha mantenuto la prima posizione anche dopo la prima curva, avendo anche il vantaggio di avere una visuale pulita e non disturbata dalle scie d’acqua sollevate da una o più vetture davanti a lui.
Lauda, probabilmente ancora scosso dall’incidente del ‘Ring, decise che in quelle condizioni non era possibile continuare e si ritirò ai box. Ad Hunt serviva solamente un quarto posto per laurearsi Campione del Mondo. A tre giri dalla fine, Hunt riesce ad ottenere la terza posizione che gli valse la conquista matematica del Titolo.
Giunta alla sua quinta stagione di Formula 1, la McLaren M23 mostrava i segni dell’età e a metà stagione, siamo nel 1977, è stata sostituita dalla M26.
La McLaren aveva deciso di concentrarsi solamente sulla Formula 1 abbandonando gli altri campionati, ma i risultati furono peggiori del previsto. Con 16 vittorie totali e un Campionato Costruttori vinto, la M23 rimane una delle monoposto più vittoriose della McLaren in Formula 1.