La batosta presa dalla Ferrari nel Gran Premio del Belgio è roba da piegare le orecchie per la violenza. Verstappen è partito quattordicesimo e come se nulla fosse prende la testa e vince a mani basse.
Un passo insostenibile per tutti compreso il compagno con l’altra Red Bull. Una Ferrari in piena crisi, alle prese con un problema atavico che si porta appresso da decenni ormai. Puntualmente arrivati a metà stagione l’evoluzione della monoposto si ferma. Tutti corrono in avanti mentre a Maranello non riescono a progredire.
In Ungheria la temperatura era bassa, in Belgio la temperatura era buona ma la pista non idonea. Forse la direttiva 39 ha creato più problemi di quanto si pensi, ma alla fine era chiaro a tutti su cosa sarebbe intervenuta la regola imposta dalla Fia. Possibile a che a Maranello nessuno abbia pensato alle conseguenze accettando per l’ennesima volta una regola imposta dall’alto?
Leclerc ha cambiato parti della power unit aggiornando le componenti ibride andando più piano di prima. Verstappen smarca una nuova power unit secondo le specifiche che saranno punzonate fino al 2026, altra regola imposta ed accettata passivamente da Ferrari e vince con un secondo al compagno di distacco al giro. Come diceva Schumacher tanta potenza non serve ad andare più forte sul dritto ma per forzare un aereodinamica con maggiore carico per andare più forte nelle curve.
Il risultato finale è una monoposto che non ha più punti deboli con un distacco talmente alto in termini di prestazioni di poter limitare il suo potenziale salvando l’affidabilità e tenendo a bada gli avversari. Alla Ferrari non resta che guardarsi le spalle. La Mercedes arriva e non ci metterà molto a superare la Rossa. Il team di Toto Wolff non smette di sviluppare un progetto anche se nato male, ed è questa la forza di una team che vuole vincere.
Max Verstappen 10: L’università dell’auto ha laureato il suo campione. Un’impresa che non pone più dubbi su chi sia il più forte. Non c’è appello, Max ha smontato tutto soprattutto il rivale diretto.
Esteban Ocon 8: Una gara magistrale. Bella prestazioni, con due sorpassi doppi in due punti della pista difficili con clienti non sempre facili. Decisamente in crescita e senza fare guai o scorrettezze.
Sergio Perez 7: Un gregario perfetto. Lento quando basta per non dare fastidio al campione ma veloce abbastanza per arrivare secondo sia nella gara che nella classifica mondiale. Perfetto!
George Russell 7: Una roccia come sempre. Il compito di rischiare lo lascia al suo capitano, lui raccoglie il frutto del suo errore ed arriva a ridosso del podio. Una garanzia di certezza.
Sebastian Vettel 7: Una pista difficile, la più difficile riuscendo ad andare oltre il limite della macchina. Punti importantissimi per il team. La dimostrazione che un pilota di esperienza serve all’Aston Martin.
Alexander Albon 7: Un’impresa straordinaria arrivare a punti con la Williams. La stagione 2022 rappresenta la nuova vita del pilota indonesiano. Un trampolino per tornare protagonista.
Fernando Alonso 6: Parte benissimo, poi Hamilton gli rovina la gara. Come sempre pungente nel fare il cazziatone al sette volte campione del mondo e prendere per il culo la Ferrari. Meno male che ha trovato posto all’Aston Martin non si può fare a meno di lui.
Charles Leclerc 6: Una tristezza infinita. Non sa più che fare, a quali santi votarsi. Non va bene una. Non c’è prestazione, non c’è collaborazione, non c’è via di uscita da una crisi nera che non vede la fine. Poveretto.
Pierre Gasly 6: Una bella gara, parte dai box e con un ottimo passo riesce anche ad arrivare in zona punti non senza lottare.
Carlos Sainz 5: Una tristezza superiore a quella di Leclerc. Anche quando gli va tutto bene compie la gara mediocre. Nonostante tutto resta dietro Leclerc. Non certo una cima di competitività.
Lance Stroll 5: Dove il compagno blasonato riesce a fare la differenza, il figlio di papà si spegne. Fuori dai punti non riesce ad essere utile al suo team come ci aspetterebbe.
Lewis Hamilton 5: Parte bene, anzi benissimo, poi spegne il cervello e pensa di fare scorrettezza ad uno come Alonso, non mica uno qualunque. Complimenti per l’ottimismo. Poteva essere un podio.
Daniel Ricciardo 5: La McLaren come al solito non va. Ma non è che lui si danni l’anima per provare a fare qualcosa per avere un passo diverso. Assolutamente mediocre.
Liberty Media 1: Il mondiale è finito, se questo è lo spettacolo che vogliono offrire non hanno imparato nulla dalla passata stagione. Anzi forse è stata un caso!
La pista di Spa 5: Una volta era l’università del pilotaggio, poi l’Eau Rouge diventa una curva da pieno per tutti, poi il Blanchimont diventa una curva da pieno per tutti. Quando lo sarà anche Pouhon sarà da pieno per tutti diventerà l’università degli ingegneri.
I Bibitari 8: Hanno la monoposto migliore, hanno il motore migliore, hanno il pilota migliore ed infine anche il team migliore. Ma cosa ancora peggiore hanno ancora margini di miglioramento. Poveri quelli di Maranello!
I crucchi 7: Arriveranno, non fosse altro per il fatto che Toto Wolff non è uno che sa perdere. Magari Binotto avesse la stessa spina dorsale, ma ne basterebbe anche un quarto!
La banda Binotto -1: Essere sfacciati significa avere una faccia di bronzo, trovare il modo sviare le proprie colpe è una faccia da culo, quella del muretto box è una faccia di plastica. Vengono presi per culo dopo la gara dell’Ungheria dai tre sul podio e vengono presi per culo da Alonso a fine gara in Belgio. Non c’è nulla da fare, Binotto non ha dignità che può essere offesa. Siamo tornati al solito “Bisogna capire”. In effetti hanno già capito tutti tranne chi comanda!