La Cupra Born è una delle varianti del progetto per la trazione elettrica ID messo in piedi da Volkswagen. A tal proposito è doverosa una piccola premessa prima di parlare dell’auto oggetto della prova. Le economie di scala, con la condivisione più o meno diffusa di elementi tecnici, sono da sempre un elemento cardine della produzione automotive fin da quanto Henry Ford ha inaugurato l’era della catena di montaggio. Volkswagen ha condiviso piattaforme tecniche fin dalla fine degli anni 70 arrivando a creare auto per ogni suo brand partendo da un’unica base tecnica.

Condividere tecnologia conservando il proprio carattere
Proprio nell’era dell’elettrificazione, per sua natura tecnologica, è quasi naturale condividere componenti, soprattutto grazie alla piattaforma MEB del colosso tedesco. Questo fino a quando non si incontra per la prima volta la Born. Guardandola si percepisce chiaramente la volontà di Cupra di creare qualcosa di diverso con il muso che mostra linee sportive, piene di carattere. Pochi sapienti tagli di stile che cambiano in modo radicale l’immagine della compatta elettrica spagnola nonostante evidenti limiti dovuti alla piattaforma tecnica condivisa.

Per sintetizzare il concetto, la differenza tra la ID.3 e la Born è più o meno quella che passa tra due sorelle, dove una si veste con un sacco di Juta, l’altra invece veste con un bel body attillato per fare ginnastica enfatizzando le forme scolpite del suo fisico atletico. Detto questo, se fossi un potenziale cliente che deve scegliere tra le due, l’ago della bilancia penderebbe decisamente a favore della spagnola per il carattere del suo stile.
Posto guida che esalta il guidatore
Salendo a bordo, la disposizione della plancia mette in evidenza la parentela con la ID.3, ma dove cambia è nella sostanza. I materiali nella zona alta sono di buona qualità, morbidi al tatto con cuciture a vista. Anche dove viene fatto un suo profuso della plastica rigida si nota un assemblaggio curato nei minimi dettagli mettendo in secondo piano la consistenza poco gradevole di questo tipo di materiale.

Il posto guida conferma l’impressione di sportività che infonde lo stile della carrozzeria. Il volante piatto nella zona bassa, l’ottima disposizione dei comandi sulle razze, mostrano una certa attenzione al driver da parte dei progettisti Cupra. Al centro della plancia il nuovo monitor per il sistema multimediale. Un impianto ampliato nelle dimensioni migliorando la già ottima funzionalità con schermate dedicate ideali per il controllo delle funzioni dell’auto. La strumentazione, invece, resta identica alle altre vetture della famiglia ID. Alla destra del quadro strumenti c’è il selettore della trasmissione con l’azionamento della frenata rigenerativa.
Spazio e funzionalità per i passeggeri
Utilizzare una piattaforma tecnica dedicata alla trazione elettrica consente di poter sfruttare due elementi tecnici fondamentali. Il pavimento piatto senza la presenza del tunnel centrale, e il passo allungato con le ruote che limitano al massimo gli sbalzi della carrozzeria. Due elementi che assicurano spazio in abbondanza per cinque persone. I passeggeri posteriori, in particolare, godono di ampio spazio per le gambe, spalle e testa. Piuttosto sorprendente la mancanza di bocchette per l’aria dedicate ai passeggeri seduti dietro. Inoltre avere un passo così lungo limita qualcosa in termini di spazio per i bagagli. Il vano di carico, infatti, ha una capienza leggermente sotto la media del segmento ma ha una forma regolare ed una buona accessibilità consentendo di sfruttare ogni centimetro cubo di capienza.

Quando arriva il momento di andare in strada, superando il dosso di rallentamento posto all’ingresso del parcheggio, noto come la Born non produce quasi nessun movimento della carrozzeria nel superarlo. La vettura è posta nella modalità di guida più confortevole ma ad uno sguardo attento non trovo sospensioni attive o regolabili. Eppure, con l’avanzare dell’auto, anche andando a cercare rogne su buche pesanti, non ci sono scossoni viaggiando nel silenzio più assoluto. Da questo punto di vista il confronto avviene con la sorella maggiore Q4 E-Tron. Un punto di riferimento assoluto per il comfort in questa categoria di auto.
Prestazioni sorprendenti
Più faccio amicizia con la Born più mi sorge il dubbio che tanto comfort poi dovrà chiedere dazio alle caratteristiche dinamiche. La potenza del motore posteriore è di 204cv con le solite modalità di guida. A differenza delle sorelle della gamma ID, la modalità sportiva della Born cambia in modo radicale la percezione della prestazione. L’accelerazione è forte, la caratteristica della auto elettriche che tende ad appiattire la spinta, nel caso della elettrica spagnola viene conservata anche in allungo. L’accelerazione dichiara un valore eccellente di 7,4secondi per giungere a 100km/h con partenza da fermo, un valore più basso delle cugine con pari motorizzazione.

Non resta altro che andare a verificare gli effetti sulla dinamica di una scelta tanto confortevole per il set up delle sospensioni. Sarà che sono un tipo dinamico, ma la modalità più sportiva è ancora attiva mentre stanno per arrivare le curve. La bella sorpresa è lo sterzo tarato sorprendentemente bene. Il comando che sulle altre ID non aveva brillato per precisione e consistenza sulla Born è preciso, consistente, ma soprattutto comunicativo consentendo di percepire le asperità del fondo stradale in modo estremamente chiaro.
Divertimento quasi da Hot Hatch sportiva
La trazione posteriore, e la precisione dell’avantreno, producono un piacevole effetto collaterale sulla reattività del retrotreno. Sulle sorelle ID la spinta derivante dalle ruote posteriori metteva paradossalmente in crisi l’avantreno. Con la Born, quest’ultimo resite stoicamente al sottosterzo costringendo il posteriore ad allargare in modo progressivo e telefonato. Così come deve succedere con una buona trazione posteriore endotermica ben progettata.

Un dosaggio attento del gas, meglio se graduale, tende a chiudere la traiettoria sterzando con il posteriore dell’auto. L’uscita di curva avviene praticamente a ruote dritte se non con un leggero accenno si sovrasterzo facilmente gestibile. Se si esagera, il controllo di trazione interviene in modo dolce e puntuale, con la possibilità di staccarlo. In questo caso bisogna fare attenzione con l’uso della potenza elettrica essendo completamente diversa da quella che erogava una trazione posteriore di tipo tradizionale.
Esiste anche una versione ancora più dinamica!
Una volta terminate le curve, la strada diventa calma consentendo di fare alcune riflessioni. La prima, è che dopo aver guidato per bene la Born, la bilancia del confronto con la ID.3 chiude la partita in modo definitivo a favore della Cupra. La seconda riflessione, è che guardando attentamente il bel volante sportivo, non posso fare altro che pensare che di questa vettura esiste anche la versione con 235cv con sospensioni attive ed una modalità di guida Cupra dedicata. Sono elementi che non costano certo poco, si sale su un allestimento decisamente più costoso, ma trasforma l’auto da quasi Hot Hatch a sportiva compatta vera e propria con la trazione al posto giusto.

Come tutte le auto elettriche il capitolo consumi e costi di ricarica ha un’importanza fondamentale, soprattutto di questi tempi. La capacità della batteria da 58Kw, dell’esemplare in prova, dichiara una percorrenza di 424km secondo il ciclo WLTP. In effetti, guidando nelle varie modalità inserite si può andare dai 330km con quella più aggressiva divertendosi, ai fino ai 402 nella massima modalità di risparmio con una guida attenta, per un consumo medio realistico di 6,0 km/kwh.
Gli aumenti energetici possono ancora essere gestiti
Il costo delle ricariche, di questi tempi è cambiato un bel pò a causa delle turbolenze a cui è sottoposto il mercato energetico. Per una ricarica domestica, oggi, necessitano circa 0.35 euro, medio, per 58kwh, pari ad un corrispettivo a gasolio di 36km/litro. Quindi in sostanza nonostante la guerra e le crisi, almeno da ricarica domestica, una vettura elettrica è ancora ampiamente conveniente. Da colonnina pubblica a seconda della potenza si può anche arrivare ad un equivalenza piu bassa, ma resta ancora concorrenziale con la migliore delle rivali endotermiche di pari potenza e prestazioni .
Quanto consuma nella vita reale?
Grazie alla collaborazione con il nostro lettore Busu, che ci ha fatto da cavia per l’utilizzo reale della Born nella vita di tutti i giorni. Uno dei vantaggio enormi, è quello di avere un impianto fotovoltaico con accumulo da 15kw, Questa soluzione consente di avere costi quasi zero per la ricarica considerando anche gli incentivi statali per effettuare l’investimento iniziale. Molto utile invece fare contratti agevolati con consorzi per la gestione delle ricariche non domestiche. Il prezzo al Kw dipende dal gestore ma si va dai 0.22 euro ai 0.40 euro a seconda della potenza di erogazione della colonnina. In sostanza, nonostante si stia cercando di creare un certo terrorismo mediatico circa l’inefficacia della trazione elettrica, i numeri dicono il contrario.

La dotazione di ADAS per a sicurezza è veramente completa consentendo di sfruttare al meglio la guida semi-autonoma di secondo livello. I sistemi sono veramente ben tarati ed intervengono sempre in modo dolce e puntuale.
Buona dotazione di serie, lunga lista di accessori
La Born entry level parte da 41.000 euro, ma attingendo alla lunga lista di accessori si può configurare nei minimi dettagli superando di slancio i 52.000 euro. Al momento nei concessionari Cupra c’è una interessante offerta con 8.425 euro in anticipo, e 35 rate da 265 euro al mese con contributo statale a cui va aggiunto quello della casa madre.

In conclusione
La Born manda letteralmente in pensione anticipata la sorella Volkswagen ID.3. Dopo aver provato questa elettrica Cupra, ennesima deriva della gamma ID, scegliere la cugina Volkswagen non avrebbe senso, né per stile, né per immagine, ma soprattutto per l’ottimo comportamento stradale da vettura quasi sportiva. In una sola parola divertente!