All’inizio degli anni ’80 del secolo scorso, il motorismo mondiale vedeva il declino di una delle categorie più spettacolari del motorsport: le vetture da corsa Gruppo 5.
Categoria nata all’inizio della decade predente e che alla sua quarta revisione regolamentare utilizzava vetture da corsa con alcuni elementi e la carrozzeria che ricordava le vetture di serie da cui derivavano. Fu coniato il termine Silhouette.
Le vetture da corsa Gruppo 5 avevano ampia liberta di modifiche rispetto ai modelli di serie di cui conservavano l’aspetto. Le restrizioni riguardavano la larghezza limite. Si partiva dalla larghezza originale di serie per allargare adottando enormi parafanghi aumentando l’impronta a terra fino al limite regolamentare.
I tecnici capirono presto che questa libertà consentiva di modificare anche lo stile per ottenere dei vantaggi netti in termini aerodinamici dalla nuova forma di parafanghi e frontale. Nascevano vetture da corsa dall’estetica spettacolare. Molti i costruttori che si cimentarono,tra i quali Nissan. Ma nel 1982 la Fia decise che tutto doveva essere stravolto escludendo di fatto la categoria Gruppo 5. Proprio i giapponesi non si diedero per vinti. Crearono la categoria JSPC (Japan Sport Car Championship) ed ebbero terreno fertile anche nel campionato indipendente campionato IMSA degli anni 80.
Una delle protagoniste del campionato giapponese era la Nissan Skyline DR30 Turbo Silhouette. Solo a guardarla, c’è una sola parola che viene in mente all’appassionato. Eccessiva! La veste aerodinamica mostrava senza mezzi termini le capacità in termini di potenza e prestazioni di questa vettura. Un successo che andò oltre le più rosee aspettative. Chiunque aveva abbastanza soldi per comprare un modelli relativo di serie della Skyline poi modificava adottando un kit aerodinamico simile per viaggiare in strada con un pezzo di legenda.
La Nissan all’inizio correva con due modelli la Nissan 910 Bluebird, la versione monstre di una tranquilla berlina da famiglia, e la Silvia S11 e S12 entrambe motorizzare dal 2.0 litri Turbo L20ZB da 570cv. Ma l’apoteosi tecnica della casa giapponese si ebbe con l’avvento della Nissan Skyline DR30 Super Silhouette. Il propulsore di base era lo stesso delle sue sorelle maggiori quindi 570cv. Una vettura non solo bella da vedere ma anche vincente. Nelle due stagioni 82 ed 83 vinse ben 5 gare
Giusto per intenderci l’ LZ20B Turbo da 570cv, era il classico turbo prima era, una pressione di boost da 3 bar per un lag mostruoso ed un calcio nella schiena tipico di quegli anni. La cura per il dettaglio, vedeva l’uso dello scarico laterale per impedire che l’aria calda potesse influire sulle prestazioni aerodinamiche della zona posteriore. Basta dare una occhiata alla complessità dell’enorme alettone posteriore.
https://www.youtube.com/watch?v=eOP167z0mz4
Questo mostro è stato anche il canto del cigno delle vetture Super Silhouette. Le prestazioni mostruose, la loro intrinseca insicurezza, i costi eccessivi per realizzarne una le mandò in pensione anche in Giappone. La nuova categoria SuperGT vedeva l’uso di auto derivate dalla serie, ma la nostalgia per queste vetture non ha mai lasciato il cuore degli appassionati. Basta andare ad uno dei festival della velocità o manifestazioni dove sono protagoniste per capire l’enorme lascito che hanno lasciato nella mente degli appassionati sia maturi che giovani.
Daniele Amore